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Perché questo libro esiste?
Questo libro si rivolge non solo ai counselor ma a tutti coloro che a
vario titolo si occupano, professionalmente o come volontariato, delle
relazioni d’aiuto.
A coloro che, pur motivati da una grande generosità, sentono il
bisogno di strumenti pratici e di una metodologia consolidata per essere
efficaci nel realizzare il proprio altruismo.
L’amore non basta!
Ci vuole professionalità per essere veramente d’aiuto alle
persone e ai gruppi, ci vuole competenza tecnica per gestire situazioni
relazionali complesse e preparazione personale per sostenere la sofferenza
senza farsi travolgere.
Del resto al giorno d’oggi è in grande aumento il bisogno
di sostegno: è sempre più frequente la solitudine, lo stress
da lavoro, l’ansia da prestazione o da sovraccarico di responsabilità,
la mancanza di senso e direzione per la propria vita.
E’ un malessere diffuso, un male di vivere a volte episodico e a
volte più esistenziale, che, seppure non patologico, risulta ugualmente
invalidante e distruttivo.
Per questo sono indispensabili risposte adeguate, specializzate e di valore,
adatte ai diversi contesti (organizzativi, scolastici, socio educativi,
assistenziali, ecc. in cui i counselor si trovano ad operare.
In questo libro otto professionisti delle relazioni d’aiuto, otto
counselor, con esperienze, professioni di partenza e ambiti di lavoro
molto diversi fra loro, raccontano, in soggettiva, nel modo più
pratico, concreto e coinvolgente possibile, le loro pratiche esemplari.
Hanno in comune la specializzazione presso la Scuola Superiore di Counseling
del Centro Berne di Milano e una lunga esperienza di lavoro nei propri
settori, ma soprattutto la consapevolezza di quanto sia importante offrire
interventi d’aiuto agili, e al contempo profondi ed efficaci, per
fronteggiare le difficoltà della vita.
Il nostro obiettivo è certo quello di incoraggiare creatività,
mostrare applicazioni, stimolare intraprendenza e sviluppare conoscenze,
ma ci interessava anche evidenziare le straordinarie potenzialità
di una professione emergente quando è supportata da professionalità,
cura, serietà e passione.
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Uno
stralcio dall’introduzione di Giorgio Piccinino:
Valori
e finalità del counseling transazionale
…….
Il counselor ha dunque prioritariamente a cuore la persona che ha davanti,
anche prima del suo ente di appartenenza o del suo ambiente. Sa cos’è
la dignità di un essere umano, sa cos’è la natura
umana, sa cosa dà felicità, sa cos’è una vita
sana, sa quant’è forte la voglia di vivere quando è
liberata dalla paura e dal pessimismo, sa quanto è potente un essere
umano, ma sa anche quanto è importante per lui un ambiente di lavoro
significativo, una famiglia accogliente, un amore coinvolgente, relazioni
affettive sane. Per questo si parla spesso di empowerment. Ma non equivochiamo,
la potenza di cui parliamo non è solo forza ed efficacia, oppure
achievement o proattività, non è nemmeno solo la capacità
di risolvere i problemi. E’ molto di più. E’ per i
counselor, e specialmente per gli analisti Transazionali, la riattivazione
della voglia di vivere pienamente la propria condizione umana.
La vitalità, in una parola. Bellissima.
La
potenza dell'essere Noi.
Da
molti anni, e un tempo è stato pure un passo avanti per gli ambienti
di lavoro, abbiamo cominciato a chiamare le persone “Risorse”,
risorse umane. In qualsiasi aggregazione professionale, ma poi anche nella
vita privata, si è insediato questo ambiguo concetto, così
i giovani sono la risorsa del paese, così gli anziani quando possono
essere utilizzati per sostituire i vigili agli incroci, così le
giovani donne che non trovano lavoro o non fanno figli.
Risorse per chi? Il valore di un essere umano sembra sempre più
misurabile per una sua qualche funzione d’uso, ma per chi? Qualcuno
direbbe per la Tecnica, qualcun altro per la classe dirigente, altri ancora
per il sistema finanziario globale, i padroni, come si diceva una volta.
Gli esseri umani sono diventati risorse, mezzi dunque, come il petrolio,
come l’uranio, come un terreno coltivabile. O come un animale da
allevare, di sicuro con una certa attenzione e cura, perché diventi
perfetto per l’uso che se ne intenderà fare. In molti parlano
di mettere al centro la persona, ma pochi sanno o dicono veramente cosa
questo dovrebbe significare. Ecco in questo capitolo introduttivo cercherò
di spiegare il nostro punto di vista, quello dei counselor Analisti Transazionali,
l’anima attivante di tutti i nostri interventi nel “sociale”,
così ben esemplificati dai colleghi in questa raccolta di Pratiche
Esemplari. Proviamo a partire dal lavoro e andare al nocciolo del problema.
In fondo in fondo molti l'hanno sempre interpretata così la gestione
delle "risorse umane": un’attenzione particolare a utilizzare
le persone al meglio per i fini di un’organizzazione. Che questa
sia un’azienda, un ente pubblico, un’associazione, una comunità
terapeutica, un ospedale, un partito, una squadra e addirittura una certa
forma di famiglia (ricordo che proletariato erano, e sono, coloro che
hanno la prole come unica risorsa economica da scambiare), poco importa.
La nostra idea di una professione d’aiuto parte da una definizione,
che definirei integralista se non suonasse male, di cosa siamo in quanto
persone, o, meglio ancora, in quanto Esseri Umani.
Un
Essere Umano è un individuo indipendente, che ragiona con la propria
testa, con obiettivi di vita propri (prima che personali, specie specifici)
e una vita affettiva che si sviluppa anche sul lavoro, ma in prima battuta
con l’Altro, i figli, i genitori, gli amici e la comunità.
Persone intere dunque che spesso, in quello che fanno, "ci danno
l'anima".
Veniamo alla luce simbiotici e con-fusi, ma impariamo prestissimo a essere
noi stessi, autonomi e diversi l’uno dagli altri. Nasciamo attaccati
alla vita, a nostra madre, a una base sicura, a casa nostra, ma dopo poche
settimane impariamo a esplorare il mondo, curiosi, evolutivi, sperimentali.
Nasciamo innamorati, esclusivi e possessivi, di nostra madre e di nostro
padre, ma in poco tempo ci cresce dentro e si manifesta un’affettività
espansiva, socievole, allargata, comunitaria, variegata e diversificata
in mille modalità e colori.
Nasciamo egoisti e generosi, autocentrati e altruisti, conservatori e
innovatori, vitali e contemplativi, passionali e calcolatori, protettivi
e spericolati, anarcoidi e adattivi. Una meraviglia di possibilità.
Noi Esseri Umani siamo tali quando la nostra umanità, le nostre
pulsioni di base (o come più comunemente si dice: i nostri bisogni
essenziali), i nostri talenti, l’esito di un’evoluzione di
milioni di anni, si realizzano. Le persone sono ... loro. Le persone non
vivono e non lavorano "per" qualcuno, non l'hanno mai fatto
a dire il vero, anche se qualche volta lo lasciano credere. Semplicemente
vivono e lavorano per sé. Al massimo per la sopravvivenza della
specie, ma anche in questo caso si tratta pur sempre di loro stessi.
Lavoriamo e viviamo "con" qualcuno, assieme a qualcuno, con
altri, ma per scopi “nostri”, per nostre motivazioni. E poi
lavoriamo "in" una certa organizzazione, "con" certe
persone, per un certo periodo di tempo, anche piuttosto variabile, se,
e per quanto, riusciamo a conseguire i nostri scopi di vita. E poi, cosa
anche piuttosto rilevante, ci coinvolgiamo, ci attiviamo, ci sentiamo
responsabili, "ce la mettiamo tutta" insomma, per come sentiamo
proprio nostro, e adatto a noi, quel lavoro, quell'impresa, quel progetto,
quell’amore, quell’attività. Insomma dovremmo rovesciare
il concetto per capirci veramente qualcosa ed entrare nel mondo dei rapporti
maturi e adulti, nel mondo dell'inter - indipendenza.
Sono le organizzazioni a essere delle risorse per le persone. Risorse
che gli Esseri Umani utilizzano per sopravvivere e per realizzare se stessi.
Per questo i counselor Analisti Transazionali parlano con un essere umano
e lo aiutano sempre a realizzare i suoi progetti di vita, purché
siano espressione della propria umanità, da onorare e portare a
compimento.
Noi tutti siamo agiti da dentro da una forza naturale arcaica e istintiva,
comune a tutti gli esseri viventi, l’istinto di sopravvivenza appunto,
ma nei millenni questa vitalità ha assunto caratteristiche peculiari,
se non proprio esclusive, certo speciali per gli esseri umani.
“En theos”, l’entusiasmo, il dio dentro di noi, l’anima
attivante, il sistema pulsionale, il conatus, negli anni si è differenziato
e specializzato in altre 3 grandi aree pulsionali indispensabili per la
nostra sopravvivenza.
Non è questo il luogo per descrivere questi aspetti nel dettaglio
(vedere per questo “La felicità come realizzazione della
natura umana”, Rivista AT, N° 22/2010 e “Amore limpido”
Erickson, 2010), voglio solo sottolineare che quando diciamo di mettere
al centro l’essere umano dobbiamo anche mettere al centro la realizzazione
delle sue pulsioni naturali. |
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